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lunedì 15 agosto 2011

Giochi di stile

Parlando di "made in Italy" non si può non ricordare il vino, la moda e...le donne.
Divertente è il gioco di riunire in un unico cappello tutti questi tre elementi per trarre degli assunti di stile.
E secondo una ricerca, condotta nel 2009 dall'università Bocconi in occasione del ventennale dell'Associazione delle Donne del Vino, questo è possibile quando si parla proprio delle tante imprenditrici del vino che quotidianamente si dividono tra piaceri e doveri, tra lavoro e famiglia, tra hobby e viaggi.
Cercando di rappresentare ironicamente e con qualche concessione di frivolezza i diversi stili di marketing seguiti dalle imprenditrici donne nel mondo del vino emergono sei figure, sei immagini di donna e di modi di esprimersi nella vita e nel lavoro.

La Donna-Valentino ama gli ambienti tranquilli, non chiassosi, non frequenta o non vorrebbe frequentare le fiere (né i supermercati), si concentra su un'accoglienza in cantina curata e professionale e ama parlare di territorio e vitigni autoctoni, così come in negozio predilige il prodotto di classe al prezzo.
Su 100 donne ci sono 17 donne del vino che rispecchiano questo stereotipo....

La Donna-Dolce&Gabbana seppur consolidando il disinteresse per le fiere, vuole entrare alla grande nel mercato. In modo a volte eccessivo o aggressivo si concentra a 360 gradi su prezzo, concorrenza, eventi, lancio nuovi prodotti, comunicazione. E chi la ferma una così? Fortuna per i maschietti (qui non ci sarebbe concorrenza) che su 100 solo 5 donne sono D&G style!!!


La Donna-Bulgari è completamente disinteressata a prezzo e grande distribuzione. Lavora nella nicchia con negozi selezionati o in cantina con prodotti di territorio. Ritiene importante l'immagine che persegue curando il cliente con sempre maggiore attenzione.
Donne-Bulgari sono il 16% delle intervistate.


Grande peso ha la Donna-Armani, cosmopolita e metropolitana nello stile, non sottovaluta nulla, è aperta a tutte le novità tra cui anche la comunicazione multimediale e integrata, la distribuzione multicanale e l'ascolto del cliente.
Ben 32 vignaiole su 100 rispondono a questo profilo, paura scampata!

La Donna-Diesel pur sentendosi in armonia anche nello stile inglese, preferisce vestire e pensare casual. Vive nella tranquillità della campagna dove segue con cura pochi elementi ritenuti importanti sui quali si concentra quali accoglienza, prodotto, territorio.
Appena il 10% risponde al tipo.


La Donna-Zara è lo scetticismo allo stato puro. Convinta che le mode e gli schemi sono passeggeri guarda da lontano i vini autoctoni, la comunicazione, gli eventi, con la consapevolezza che il consumatore sceglie l'affidabilità piuttosto che la moda.
Dulcis in fundo, è il 21% delle signore a sentirsi un po' Zara dentro.

Ma come diceva OSCAR WILDE "non bisogna mai cercare di capire una donna. Le donne sono delle immagini: gli uomini sono dei problemi. Se vuoi sapere che cosa una donna veramente intenda (il che comunque è sempre pericoloso) guardala, non ascoltarla." 

Ed è certo che vale per Le Donne del Vino, ma anche per le semplici appassionate: tutte parliamo con gli occhi e trasmettiamo emozioni senza bisogno di tecnicismi o grandi ragionamenti. Forse la differenza è proprio questa ed è così che anche il vino diventa esperienza, emozione, interpretazione, accoglienza.
Tu che Donna del Vino sei?

Cheers!

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