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martedì 10 maggio 2011

Sex and wine atto secondo. Humor e fantasia tra i padiglioni di Vinitaly

Si è da poco concluso il consueto appuntamento annuale con la fiera del vino più importante d’Italia, quella delle lunghe file al parcheggio, quella del padiglione più colorato e degli stand più glamour, quella del testimonial più richiesto, quella che ogni anno ti dici “non ci torno più”, ma che invece non perdi mai. Vinitaly. Anno 45.
Vi chiederete e cosa centra questo col titolo?
Beh, provate voi a starvene ore e ore allo stand, tra incontri e degustazioni, tra appassionati e curiosi, tra un Sauvignon e un Picolit.
Il tempo libero è un bene prezioso là dentro. C’è chi lo trascorre con una o più pause caffè e brioches, o coca e tramezzino, chi chiacchiera col vicino annoiato, chi si improvvisa letterato e si cimenta a scrivere poemi su fogli di carta, chi prende appunti, chi posta su Facebook e chi inesorabilmente fa correre la fantasia.
Si, perché a Vinitaly il tempo non passa per tutti allo stesso modo e mentre i visitatori corrono, ansiosi di assaggiare l’ultima annata di Merlot o di Tempranillo, noi produttrici di vino ce ne stiamo rinchiuse tutto il tempo tra muri di cartongesso e faretti alogeni imbizzarriti, alle prese, di solito, con import-export men, sales manager men, marketing men, chef men.
Il genere “men” sembra molto gettonato anche a Vinitaly: in generale fa pendant con “business” e noi donne siamo tutte circondate da giacche grigie, blu e nere con cravatte a righe, pois e perfino lustrini. Mai che si possa incontrare una diva di Hollywood con cui scambiare gossip sulle ultime tendenze del lifting o una parrucchiera che ti dia una rinfrescatina alla messa in piega piuttosto eccentrica che ti ritrovi dopo i primi tre giorni.
E in tutto questo aspettare invaso da figure maschili che cosa mai ti può succedere?
Al massimo ti capita di gironzolare fantasticando di incontrare tra i padiglioni qualche tipo sospetto. Per esempio sicuramente il tipo dell’uomo-Merlot.

da Fuocolento maggio 2011

martedì 8 marzo 2011

Sex and wine. Considerazioni semi-serie per godersela in tempi di crisi

Parliamoci chiaro. Viviamo in un’epoca in cui dilaga la moda e dove non passa un mese che esce già un modello nuovo di computer, un capo di tendenza, una nuova rivista ad aggiornarci su quello che è “in” e quello che è “out”. E ahimè in questa corsa all’eccellenza e all’eccesso purtroppo anche per il vino l’essere “alla moda” diventa l’unica arma contro un mercato troppo competitivo. Nascono quindi nuovi vini da un anno all’altro, orientati dall’estro esasperato del consumatore medio, come se la materia prima (che è sempre quella) potesse assumere varie forme a seconda dei gusti o dell’involucro. E nascono gadgets, nascono artifici e tutto per conquistarsi piccole nicchie di mercato, sempre-più-piccole. Mi viene da pensare alle tante bevande prodotte dalle multinazionali che, a seconda del Paese in cui sono vendute, nascondono il loro sapore originale dietro fragranze di ciliegia, mirtillo, pepe, spezie e chi più ne ha più ne metta.

Ma perché non rallentiamo tutti questo affanno? Riflettiamoci un po’: non è forse vero che la cosa migliore che possa capitarci nella vita è quella di essere felici? E non è forse vero che per essere felici dobbiamo in qualche modo essere in pace con noi stessi?
Ebbene, se questo è vero perché non dare ad ogni cosa il suo reale valore? Perché non riscoprire la semplicità delle cose, senza per forza doverci girare attorno?

Perché per esempio non cercare nel vino quello per cui è nato? Ce lo vengono a dire medici, scienziati e moltissime ricerche in ogni parte del mondo, ma noi no, siamo ancora lì a cercare di rovinare tutto. Il vino in fondo è una bevanda. E’ sano, è salubre. E’, dicono, nato nell’Olimpo per dar piacere agli Dei e ai mortali proprio per la sua naturale capacità di rendere felici!

In realtà è tutto molto semplice: il vino rende allegri, apre le menti e favorisce la verità. E non è altrettanto una novità che l’alcol in qualche misura sia pure stimolante.
Quindi ricordiamocelo alla prossima serata a due: il vino è una meravigliosa bevanda afrodisiaca.
Lo è più per le donne, questo dicono le ricerche. Pensate un po’ che bel risparmio in tempi di alcol test e viagra addiction? Maschietti salvati.
Quindi guidate serenamente e non impasticcatevi perchè a rallegrare una serata “moscia” basta la fantasia di una bella donna alle prese con un profumato calice di vino!


da Fuocolento Marzo 2011