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venerdì 14 luglio 2017

Le mie amiche Donne del Vino e della Birra


Per dovere cronologico innanzitutto quello alle mie strepitose amiche Donne del Vino (DDV) che di recente si sono conquistate a buon diritto, vista la tenacia e l'energia che le contraddistingue, una serie molto appassionata di complimenti per la perfetta riuscita di un evento che rischia di essere annoverato nei memorandum dell'Associazione per molto e molto tempo.
Lo menziono non per relazionare sull'evento in sé a cui non ho potuto partecipare, ma per la passione e la determinatezza di chi lo ha reso possibile, ovvero l'instancabile Cristiana Cirielli che segue le sorti della Delegazione Friulana da ormai parecchi anni, organizzando occasioni di incontro o veri e propri eventi di interessante valore, e con la quale ho avuto modo di lavorare fianco a fianco per diverso tempo.
L'evento in questione è LA VITE E' DONNA che si è svolto lo scorso 8 luglio nella splendida Baia di Sistiana (TS) nell'esclusiva Portopiccolo e di cui si può leggere programma e report proprio dal sito delle DDV.

Il secondo link è quello alle mie nuove amiche Donne della Birra (DDB) che, rispetto alla precedente, sono di recente costituzione, ma non per questo meno importanti. Sfiga vuole che non sia riuscita a presenziare alla riunione annuale che si è tenuta a Fabriano presso il birrificio di una socia, ma poco importa ai fini di questo post.

Ciò che qui mi piaceva sottolineare, e che mi viene spontaneo, è ancora una volta la mia profonda stima per le ex colleghe DDV con le quali per anni ho condiviso il piacere di una chiacchiera, la gioia e la fatica delle mille esperienze assieme, le riunioni, le cene....
Molte di noi hanno preso strade diverse e dopo il trascorso tra le vigne, sono passate a nuovi mestieri, ma credo che chi ha avuto modo di approfondire la vita in comune con questa associazione, chi si è un po' sporcata le mani aiutando per organizzare le varie manifestazioni o anche chi semplicemente partecipa e partecipava alle riunioni periodiche, non può non ricordare con molto concitazione e un pizzico di romantica nostalgia, quel piacevole clima di complicità che si crea quando si condivide un obiettivo.
E sono convinta che questo sia lo stesso spirito che anima le DDB che abbraccia a 360 gradi la birra, accogliendo al suo interno non solo chi per mestiere ha a che fare con malto e luppolo, ma anche le appassionate e coloro che bevono o degustano birra.

L'Associazione delle Donne del Vino è una realtà che opera da molti anni e che in Friuli Venezia Giulia ha assunto grande valore per motivi molto diversi dal semplice fatto di essere l'evidente espressione del vino al femminile.
L'Associazione delle Donne della Birra è invece una realtà ancora giovane, ma che grazie alla sua Presidente  Nazionale Elvira H. Ackermann, si sta proponendo nel mondo birraio con garbo ma grande entusiasmo.

Siamo tutti d'accordo nell'affermare che ciò che fanno entrambe queste associazioni non è molto diverso da ciò che molte altre realtà riescono a fare ognuna nel proprio settore. Qualcosa di molto simile all'impegno che altre associazioni dedicano per portare avanti le proprie cause. Qui - se mi è concesso - non vi è alcuna presunzione di genere.
Qualcuno continua a denigrare il voler a tutti i costi ribadire il concetto di DONNA.
Qualcuno continua a dire che le associazioni al femminile si autoghettizzano dal momento stesso in cui si proclamano e nascono.
Qualcuno, in modo più o meno arrogante, sia tra le donne che tra gli uomini, si schiera contro questo "istinto di sopravvivenza" dicendo che l'essere donna o uomo, nel modo del lavoro del 2017 (tempi moderni!!!!!) non conta più e ci sono pari opportunità.
Ora lungi da me smentire o avallare questi pensieri, come mi è capitato di dire anni fa in cui mi venne chiesto che senso avesse l'Associazione Donne del Vino, riconfermo la mia convinzione, ovvero che far parte di un'associazione al femminile non ha nulla a che vedere con il voler gridare la propria diversità di genere, non ha nulla a che vedere con il fatto di essere più brave o sveglie e non ha nulla a che vedere col femminismo.
Lo ripeto perché non più tardi di qualche giorno fa, mi sono sentita dire esattamente questo e, proprio nel tentativo di far comprendere, vorrei ribadire un concetto: l'idea iniziale dell'associazionismo al femminile è stata quella di "tutelare" la parte debole dell'universo, ma molte realtà nate in tempi successivi si sono contraddistinte per tutt'altri obiettivi.
E, quando ti capita ad un incontro di lavoro dove hai uno specifico ruolo, di essere presentata come "la moglie di..." invece che come "la responsabile di..", forse è ancora il caso di dire "stiamo unite ancora per qualche annetto, perché il concetto non è proprio chiarissimo a tutti" 
Ebbene, le DONNE (vino o birra cambia poco) hanno questo in mente: realizzare progetti e nel contempo restare unite, senza voler gridare. L'obiettivo è principalmente dare voce alle diverse professioni che negli anni si sono sviluppate partendo dal vasto mondo del vino e della birra
Si dà valore alla comunicazione, che molti dichiarano essere mestiere principalmente femminile, si dà voce alle capacità sensoriali, ma forse la cosa principale è che si ha modo di intessere relazioni, essenzialmente professionali, ma da cui nascono anche belle e profonde amicizie come quelle che io stessa ho potuto intessere con le mie amiche Donne del Vino e che sono sicura nasceranno anche fra le appassionate Donne della Birra.

Abbiate volontà di approfondire, andate oltre le apparenze.....

Cheers!

sabato 1 luglio 2017

Nuova vita: sa di....birra!

Eccomi qui a distanza di parecchi anni.

Google vuole che ovviamente le visite al mio timido blog facciano ormai parte della storia, ridargli vita non sarà una facile impresa, ma ci proverò parlando della mia nuova vita professionale...
Che forse non interesserà a nessuno se non agli appassionati di birra o forse solo a me, ma chissenefrega.....dopotutto il bello è divertirsi facendo ciò che piace, o no?!


giovedì 1 settembre 2016

Ansie da prestazione addio




Quando si vuole fortemente qualcosa, si vive nella spasmodica attesa della gratificazione.

Devo ammettere che nella mia vita ho sempre cercato di avere più di quanto potessi permettermi.
Non parlo di denaro o vita agiata, ma di soddisfazioni personali, umane e lavorative, che mi portassero laddove, fin da ragazzina volevo stare. Al centro dell'attenzione.

E purtroppo il cammino me lo sono segnato, ho intrapreso strade e iniziato salite, ma ahimè la meta era sempre lontana. Perché quando hai solo aspettative, metti sempre un obiettivo davanti ad un altro e finisci inevitabilmente per ritrovarti a rincorrere l'Isola che non c'è.

Poi arrivi ad un punto della vita, in cui raggiungi il pointbreak. Da qui, illuminata sulla via di Damasco, capisci che tutto sommato non te ne è mai fregato nulla.
Facevi tutto solo per essere al centro, qualsiasi cosa fosse pur di essere l'ombelico del mondo!
A distanza di qualche anno, dopo un po' di sana ginnastica per il corpo e soprattutto per la mente, sono finalmente arrivata alla conclusione che non si può pretendere di essere al centro.
Bisogna meritarsi quel diritto.
E la cosa, guarda caso, ti capita, imparando a fregartene della centralità. Ti succede che cambi rotta, cominci a dire chissenefrega e ti ritrovi a fare ciò che ti piace, senza l'assillo di essere giudicata per cosa ne salterà fuori.
Fai, giorno dopo giorno, qualcosa per te stessa e ritrovi la pace interiore. Perdi quell'ansia da prestazione che ti ha assillato per anni come il giorno prima degli esami e conquisti...la libertà.
Libertà di pensare come vuoi, libertà di essere ciò che sei, libertà di incazzarti, di gioire, di essere triste o allegra come piace e pare a te.
Nella vita i percorsi sono tanti, a volte ci si perde a rincorrere falsi Dei, inutili speranze e aspirazioni che ci proiettano verso un futuro lastricato di buone intenzioni ma di pochi fatti concreti.

Ma la vita è fatta di azioni concrete, sono le cose che facciamo a darci il senso del domani, a metterci piedi per terra e testa sulle spalle. Tutto il resto è solo frutto della nostra fantasia.

Da qui sono ripartita.

E ora comincia una nuova avventura!


venerdì 30 maggio 2014

PROSA | PROSECCO & ROSA


La suggestione di un simile panorama, riporta a vacanze estive, sapori, colline.... Ma perché aspettare il sol-leone?
Ci si può godere questo e molto di più in una piacevole serata organizzata a Ca' del Poggio dove due cari amici "di merende" Paolo Ianna e Renato Grando hanno realizzato un evento che ha davvero dell'incredibile. Coniugare così tante situazioni in un nome non è cosa da poco e loro ci sono riusciti perché PROSA | PROSECCO & ROSA ha proprio tutto.

QUANDO?
Sabato 31 maggio a Ca’ del Poggio per una serata-evento all’insegna dei grandi vini!!

COME?
In ROSA come il Giro d’Italia, che a Ca’ del Poggio arriverà tre giorni prima, il 28 maggio.
In ROSA come il fiore che, per tradizione, abbellisce l’estremità dei filari delle viti.
In ROSA come due primedonne dello sport italiano, due autentiche stelle – rispettivamente del pattinaggio artistico e dell’atletica – che sabato 31 maggio daranno ulteriore prestigio alla prima edizione di “PROSA | PROSECCO & ROSA”, la serata-evento dedicata ai vini più ambiti e ricercati dell’estate: il Prosecco e i Rosè.
SILVIA MARANGONI, dieci volte iridata nel pattinaggio artistico inline, e MANUELA LEVORATO, per tante stagioni la donna più veloce d’Italia e primatista nazionale dei 200 metri, saranno tra gli ospiti d’onore della serata che si terrà sulla terrazza panoramica di Ca’ del Poggio Ristorante & Resort.
Due donne che interpretano lo sport ai massimi livelli terranno a battesimo “PROSA | PROSECCO & ROSA”. Una scelta non casuale per una serata all’insegna del colore tipico che caratterizza l’universo femminile.
Anche per questo, le ospiti di “PROSA | PROSECCO & ROSA” saranno invitate ad indossare un segno distintivo di colore rosa.

CHI?
TRENTA AZIENDE d’eccellenza nel settore vitivinicolo faranno passerella a Ca’ del Poggio Ristorante & Resort per far degustare i loro prodotti e far conoscere la loro visione del vino.
Grandi vini ma non solo, anche una selezione musicale internazionale, scorci romantici e uno speciale menù servito a buffet con le eccellenze dei presidi Slow Food. Una serata che non mancherà di appassionare gli amanti del buon vino e del buon vivere.

COSA?
Ecco il MENU' (da leccarsi letteralmente i baffi!!):
I cuochi di Cà del Poggio prepareranno un gustoso buffet a iniziare da un risotto con Riso di Grumolo delle Abbadesse e Carciofo violetto di Sant'Erasmo, presìdi Slow Food.
Sempre presidio il mais Biancoperla, una polenta bianca servita con le schie, piccolo gamberetto di laguna.
Presente la Latteria Perenzin con una selezione dei loro formaggi unitamente alle mostarde Lazzaris di Conegliano e, per concludere, un fresco immancabile gelato Rosa fragole e prosecco.

IN REGIA:
La selezione è stata curata dai due grandi nomi dell’enogastronomia italiana di cui sopra (miei cari amici): PAOLO IANNA, coordinatore della Guida Vinibuoni d’Italia e RENATO GRANDO, storico e gastronomo, fiduciario Slow Food d’area.

What else???

INFO&BOOKING:
PROSA | PROSECCO & ROSA prevede un ticket d’ingresso di 20 euro che comprende la degustazione libera di tutti i vini e dei piatti proposti a buffet da Ca’ del Poggio Ristorante & Resort.
PROSA | PROSECCO & ROSA
Ca’ del Poggio Ristorante & Resort, tel. 0438 787154.
www.cadelpoggio.it
Via dei Pascoli, 8 – 31020 San Pietro di Feletto (TV)

lunedì 5 maggio 2014

A proposito di Riesling?


Nel mio lungo peregrinare virtuale sono andata a farmi un giretto in Germania e sono capitata giusto giusto su una notiziola piuttosto interessante.
Deutsches Weininstitut
E' di recente pubblicazione la lista dei 50 migliori vini della Germania secondo il Deutsches Wein Institut. La branca inglese dell’organo di Stato tedesco che si occupa della promozione del vino (il Deutsches Wein Institut) con il proprio sito di riferimento www.winesofgermany.co.uk è uscita per la prima volta in assoluto con la classifica dei 50 migliori vini tedeschi.

Joe Wadsack
Centinaia di vini, in diverse varietà di stile, hanno partecipato alle selezioni per essere scelti fra i Top Fifty.
Riesling, Pinot Grigio, Sauvignon Pinot Nero i vini in concorso degustati dai 6 esperti giudici, capeggiati dal più illustre dei palati inglesi, Joe Wadsack, conoscitore quotatissimo di vini che ha al suo attivo diverse attività: da selezionatore, a formatore, da esperto di marketing, a conduttore televisivo al fianco di Kitty Johnson (figlia di quello stesso Hugh Johnson famosissimo al mondo per il suo libro The World Atlas of Wine) a entusiasta ambasciatore di Riesling e giudice alla International Wine Challenge (www.joewadsack.com).
Accanto a lui Roger Jones, proprietario e chef del The Harrow at Little Bedwyn, rinomato ristorante stellato già dal 2007 (http://www.rogerjonesconsultancy.com e www.theharrowatlittlebedwyn.com), Oliver McSwiney sommelier (www.greatwinesbytheglass.com), Anne Krebiehl formatrice e scrittrice (www.anneinvino.com), Matt Walls autore del libro Drink me oltre che giudice dei 3 concorsi mondiali più famoso al mondo l’International Wine Challenge, l’International Wine&Spirits Competition e il Decanter World Wine Award (www.mattwalls.co.uk).

Per amor di statistica va detto sono stati inseriti ben 34 Riesling su 50 vini selezionati tra versioni secche o dolci. E non potrebbe essere diversamente visto che questo è IL vino tedesco per antonomasia con oltre il 20% della produzione complessiva.
La classifica distingue poi tra bianchi tra le 5 e le 8 sterline, bianchi tra le 8 e le 15 sterline e bianchi da 15 sterline in su, vini rossi, vini dolci e vini meritevoli di entrare nel mercato inglese non ancora prezzati.
Balza all’occhio come la guida si soffermi sull’aspetto commerciale stimolando la scelta del consumatore proprio in base al prezzo. Non vi sono ulteriori discriminazioni fra un vino e un altro, non vi sono primi di serie A o B. Tutti 50 sono "Dei dell’Olimpo" per il mercato inglese con l’unica variabile sul prezzo che passa dal vino più economico a 6,99 sterline al più costoso che si quota a 70 sterline.

Tutta la classifica è disponibile su www.winesofgermany.co.uk/top-50 ed è riportata anche nel numero di maggio di Harpers Wine&Spirits www.harpers.co.uk

Abituata ai noti profumi friulani, mi rifarò un po' il naso andando a caccia di ardesia, fossile, mela verde, mango, papaia, ecc. Ma ciò che troverò nelle enoteche friulane è ancora un mistero. La ricerca comincia.

venerdì 2 maggio 2014

You Stringher e divagazioni enoiche dal Far East Film Festival

Come promesso ecco la seconda parte dell'intervista a Carolina Venturini e Sara Tortelli artefici del progetto You Stringher.
Giusto una rinfrescatina per chi non si è lasciato tentare dal click al link: trattasi di un'importante iniziativa, finalmente portata in una scuola ovvero all'Istituto Stringher di Udine, che prevede l'insegnamento all'utilizzo dei social network applicati alla materia turismo. Ci possiamo mettere di mezzo (quasi!) tutti, dal gestore di bed&breakfast al grande albergo, dal museo alla Proloco, dal ristorante all'agriturismo di collina, tutti hanno o perlomeno dovrebbero avere l'interesse a capire cosa si cela dietro i fantomatici concetti di "web marketing" o "social network"per comunicare la propria attività o il proprio territorio. Si, perché se aprire una pagina Facebook è facile come allacciarsi le scarpe o se postare un tweet e veloce come bere un caffè, non è altrettanto chiaro a tutti che queste due semplici azioni richiedono un preciso progetto. Ebbene seguendo il corso i ragazzi prima e anche gli operatori poi (iscrivetevi che il 9 maggio è dietro l'angolo!) riceveranno utili input per capire come procedere nello stravagante e colorato mondo social.

F: da dove parte l'idea di una corso di web marketing dedicato al turismo?
C: L’idea parte dall’amore per il Friuli Venezia Giulia, dalla convinzione che la nostra terra possa fare ancora molti passi da gigante nell’ambito della comunicazione e del turismo, partendo dai piccolissimi imprenditori e artigiani di settore fino ai Big incontrastati. Io e la mia collega siamo consapevoli di essere giovani e, sotto tanti aspetti, senza esperienze decennali alle spalle. Ma siamo altrettanto consapevoli del motore che ci spinge a voler fare qualcosa di positivo per la nostra regione ed è per questo che abbiamo chiamato gli esperti più importanti a livello regionale (e non solo) come relatori durante la giornata di formazione per le aziende turistiche (9 maggio 2014). Vogliamo iniziare a dare qualcosa alla nostra terra e pensiamo sia rilevante riuscire a raggiungere le persone con le storie di chi, usando i social network, ha costruito un successo che si rigenera ogni giorno.
S:. Ritengo che ci sia tanto da fare per rilanciare il turismo in una regione splendida come il Friuli Venezia Giulia Mi dispiace vedere le file ai confine con Slovenia e Croazia, d’estate, sapendo che tantissimi di quei turisti italiani e stranieri nemmeno si accorgono di quali splendide risorse avremmo da offrire: mare e montagne mozzafiato, relax e benessere nella natura, enogastronomia per tutti i gusti. Vorremmo con questa giornata di formazione dare un messaggio forte agli operatori del settore: è il momento di reagire, bisogna attrezzarsi per affrontare il mercato nel modo più adatto, ossia ascoltando il nostro utente e rispondendo alle sue esigenze. In una situazione complessa come quella attuale, dove i budget sono sempre più ristretti, ma la comunicazione richiede sempre più impegno e attenzione, vogliamo dare degli strumenti in grado di aiutare il mercato turistico regionale a rilanciarsi. I social network non sono la risposta alla crisi, ovviamente, ma un valido strumento, adattabile alle possibilità di ciascuno, per valorizzare la propria offerta a livello globale, perché, non so se dobbiamo ricordarlo, ma il mercato è globale.

E’ dunque la visione comune di entrambe che guarda al potenziale del FVG. Una speranza per far emergere anche e soprattutto tramite i giovani le peculiarità della nostra Regione.

F: il turista moderno è un fai-da-te soprattutto nel mondo dell'enoturismo; in FVG ci sono poi i turisti da spiaggia, i turisti di montagna, gli appassionati del trekking e delle corse in bici, i patiti delle sagre e quelli che passeggiano nelle città, Ejarque propone una strategia di marketing basata sulle esperienze e quindi sulle emozioni: che valore ha l'esperienza nel mondo del social, come può essere trasmessa un'emozione?
C: Ejarque parla di emozioni e del valore dell’esperienza del singolo all’interno di una strategia di marketing per lo sviluppo di promozione turistica: il #PianoTurismoFVG, presentato di recente agli operatori di settore, evidenzia più volte l’importanza dell’esperienza del cliente come motore di passaparola autentico e credibile, in grado di stimolare pubblicità realistica, attivando motori e strategie di comunicazioni specialistiche a livello regionale. Le storie e le emozioni sono quanto di più importante abbiamo a disposizione per comunicare qualsiasi cosa a qualcuno. Nel mio piccolo, siccome considero le storie un elemento irrinunciabile, sto organizzando un corso dedicato allo storytelling e ai contenuti per il web in chiave emotiva-emozionale. L’esperienza raccontata sorpassa la pubblicità ed è credibile perché il turista che ha vissuto un viaggio con l’anima, il cuore e la razionalità sarà una voce interessante da ascoltare. Molto più interessante di qualsiasi slogan pubblicitario, anche avvincente, creato a tavolino.
S: Il mondo dei social vive di emozioni e le stimola per trovare i contenuti. Facebook, in fondo, risponde anche alla nostra esigenza tutta emotiva di fare un salto nel passato e riallacciare i rapporti con vecchi amici d’infanzia che non si sentono più da tempo. I social attraverso le nostre esperienze ci permettono di raccontare ai nostri amici le emozioni che abbiamo vissuto, che spesso si trasformano in “recensioni” e “raccomandazione”, i famosi giudizi che un tempo si scambiavano al bar, davanti ad un caffè o un aperitivo, con la propria cerchia di amici, e oggi si scrivono sul web, magari anche in inglese, per permettere a tutto il mondo di rivivere quella splendida emozione che abbiamo vissuto noi.

Social & Storytelling? Mumble....un mondo intero da scoprire....che per il settore del turismo, come in quello dell'enogastronomia è forse la svolta decisiva.

martedì 22 aprile 2014

Le menti di You Stringher tra qualche divagazione da wine writer

Quando mi hanno proposto di diventare blogger ufficiale del progetto You Stringher avevo conosciuto da poco Carolina Venturini e Sara Tortelli.
Appassionata come sono di web, mi sono subito incuriosita alla loro attività e, ancora prima che mi proponessero di partecipare a questo progetto formativo, tra una degustazione e il tapis roulant avevo già fatto le mie ricerchine.
Sbirciando tra i social ad esempio, di Carolina ho letto della sua passione per la scrittura, sbocciata in libri e blog e poi in una vera attività, ma ho anche scoperto del suo amore per Mercurio, il suo stupendo Alaskan Malamute che farebbe impazzire le mie Lilly e Viola tanto è bello, prestante e fascinoso.




Sara più “discreta” nelle faccende personali, condivide con il mondo social la sua attività professionale, ma si scopre anche che ha un micio tecnologico in cerca di mouse e talvolta ti viene l’acquolina in bocca per qualche cooking session simpaticamente condivisa coi suoi amici e parenti.






E poi c’è lui l’interessante progetto You Stringher che le unisce professionalmente e le vede temporary teachers dell'Istituto. Una ottima esperienza per i ragazzi in dieci ore di lezione e due sessioni finali full day, una dedicata ai ragazzi stessi e l’altra aperta alle aziende attive nel mondo della ricettività e del turismo. L'appuntamento è per il 9 maggio prossimo a cui anch’io prenderò parte.

No, questa volta non sforo troppo dal mio tema preferito. Sappiate che mentre scrivo mi sto gustando un calice davvero notevole di un caro amico.
A quattro anni dalla vendemmia una invitante “freschezza al naso", l’aroma inconfondibile di buona cantina, spezie e bacche, il tannino “setoso” che mi solletica la lingua e l’alcool che sorregge ma non sovrasta; tutto il palato si “gasa” di un intenso piacere lungo, eccitante e, wow...molto stimolante.

;-)
Procediamo.

mercoledì 26 marzo 2014

Do #youstringher?

Sforo per un post dai miei soliti ragionamenti di vino, complice un corso di web marketing, in cui ho conosciuto due esperte della materia, con qualche anno in meno di me invero (grrrrr...) , ma con l'esperienza di chi mastica web da tempo!!

Do you Stringher?
E' così che mi piace parafrasare il loro progetto.



Incaricata assieme ad altre due o tre come "blogger ufficiale" (e c'è perfino il banner che lo certifica!!!!!), innanzitutto la premessa che risponde alla domanda forse spontanea "Perché dedicarmi ad un progetto lontano dal mio solito "lavoro"?

A dire il vero non c'è un perché...nella vita si prova e si riprova, finché non percorri quella strada che senti più adatta alle tue caratteristiche. Io mastico web tutti i giorni, per divertimento, per lavoro, per aiutare gli amici e questo mi avvicina agli approfondimenti nei corsi che si svolgono qua e là in regione. Poi c'è il turismo. Provengo da una scuola, il mitico Istituto Volta degli anni 80 di Udine, dove si studiava per diventare perito turistico, una materia che negli anni ho anche approfondito complice la mia attività di vignaiola che mi ha messo in relazione con l'enoturismo.
Il Progetto #youstringher si pone a metà della mia strada, tra la passione per il turismo e quella per il web. Quindi perché no?

Ed ora le pillole:
L'Istituto Bonaldo Stringher di Udine viene contattato da Carolina Venturini e Sara Tortelli che forti della loro preparazione in materia hanno pensato ad un interessante percorso formativo per i ragazzi della IV e della V (e perché no anche dei loro docenti!) teso a dare rudimenti e approfondimenti sul corretto approccio al web marketing calato nella specificità della materia turistica e quindi per quelle attività e professioni che tali ragazzi svolgeranno una volta affacciatisi nel mondo del lavoro.
L'idea vincente del Progetto You Stringher è proprio il coinvolgimento a 360° gradi dei ragazzi, impegnati non solo a seguire le 10 ore di lezione con le due esperte, ma anche a partecipare ad un Concorso per la realizzazione di un video promozionale dell'Istituto e ancora nella possibilità, se vincitori, di seguire uno stage di tre mesi full optional a Roma presso un hotel di alta categoria.

Sara Tortelli (CEO di www.fuoridaglischemi.it) e Carolina Venturini (fondatrice di www.scritturesocial.it) sono due ragazze, incontratesi guarda caso sul web, che hanno iniziato a collaborare per mettere assieme in modo virtuoso le loro abilità. Una delle loro attività in collaborazione è #youstringher, ma si occupano anche di progettare corsi a tutti i livelli per quanti siano desiderosi di sviluppare le proprie conoscenze e soprattutto fare del web, finalmente, un mezzo vincente di business. Insomma due ragazze da seguire attentamente via Facebook, Twitter, Google+, dove volete a seconda delle vostre inclinazioni perché loro sono presenti praticamente ovunque. Un po' come me!

A conclusione del perscorso formativo il progetto prevede inoltre due interessanti workshop, il primo dedicato ai ragazzi della scuola (Il social media marketing per il turismo - 6 maggio 2014) e il secondo dedicato alle attività turistiche e ricettive (Il web per la ristorazione e la ricettività - 9 maggio 2014). Oltre alle informazioni pratiche che saranno fornite durante il workshop, ci sarà la possibilità di venire a contatto con diversi operatori del settore da Turismo FVG a Movimento Turismo del Vino FVG, da esperti di grafica e design a guru di marketing, da rappresentanti del mondo della ristorazione a esperti di Google.
Io ci sarò per twittare in diretta le principali novità che verranno raccontate.
Voi mettete un bel post-it sull'angolino in basso a destra del pc :-) e iscrivetevi qui!!!

Links in breve:
Progetto YouStringher
Workshop: Il web per la ristorazione e la ricettività
Form di iscrizione

domenica 2 marzo 2014

Di GUBANE e TIRAMISU'....

Un inizio di venerdì come tanti quello del 7 febbraio scorso, ma conclusosi insolitamente dolce.

Inizia così il mio resoconto d'assaggio tra le pagine del quotidiano online qbquantobasta.it. Trattasi del report sul Gubana Day, un delizioso evento nato per gioco e voluto per passione da Andrea Cecchini, patron dello storico Caffè San Marco di Cividale del Friuli.

....Ebbene si, il fascino della GUBANA ha colpito anche me, per tradizione fan della crostata di Nonna Papera e dello strudel altoatesino.
In qualità di inviata speciale di qbquantobasta, la rivista mensile con la quale collaboro da qualche tempo, sono stata invitata a far parte della giuria tecnica dei giudici selezionatori del Gubana Day, tra le sale del Caffè San Marco a Cividale del Friuli. Che cosa c'entra un ex vignaiola, patita di comunicazione, vini e web con la Gubana? Forse poco, ma vista la mia predilezione per i dolci, e visto che abito a Cividale quindi la gubana mi è entrata nel DNA, non potevo dire di no.
Ben 16 i dolci che ho assaggiato (un lavoraccio credete!), suddivisi fra 8 Gubane del territorio e 8 tiramisù di diversa fattura.


Mi raccomando, continuate la lettura online su qbquantobasta e buona Gubana a tutti!!!

giovedì 14 marzo 2013

Time for English courses? Pronounciation of Schioppettino

Ho dedicato un po' del mio tempo alla stesura di un articolo in inglese dedicato al mio vino preferito....lo Schioppettino, quello di Prepotto of course!

If you are not Italian and don't understand any word of what I'm writing down here, this is my private advertising moment: read my contribution on Schioppettino grape appeared in the schioppettinodiprepotto.it web site and cheers!!!

Here is a short:
Focus your attention for a while on small producers and unknown wines. Friuli offers a wide selection of native grape varieties. Whites are more popular (think to Ribolla Gialla and also Friulano). But reds, instead, are virtually unknown. With the exception of Refosco, maybe the most common, other indigenous vines are extremely rare and very few producers plant them. I'm talking about wines like TAZZELENGHE, PIGNOLO or…SCHIOPPETTINO (and its top crù SCHIOPPETTINO DI PREPOTTO). 

venerdì 31 agosto 2012

Natibongo fear or faith?



Impressionata dall'idea dei suoni provenienti da NATIBONGO festival di musica e danza etnica che anima Cividale del Friuli da ieri 30 agosto e fino all'1 settembre (pioggia permettendo), mi sono chiesta cosa cappero siano e perchè abbiano così tanto seguito il didjeridoo e lo djimbè.
Wikipedia è sempre una fonte affidabile e mi soccorre. Scopro che
DIDJERIDOO è una parola di origine onomatopeica con la quale gli occidentali designano un antico strumento a fiato degli australiani aborigeni.
Questo strumento in Australia viene indicato con almeno cinquanta nomi diversi, a seconda delle etnie
L'utilizzo del didgeridoo nasce tra gli aborigeni dell'Australia settentrionale. Non esistono fonti affidabili che ne certifichino con esattezza l'età, ma è ipotizzabile i primordi siano databili tra i duemila ed i quindicimila anni fa
Il didgeridoo tradizionale è ricavato da un ramo di eucalipto (pianta assai diffusa nel Nord dell'Australia), scelto tra quelli il cui interno è stato scavato dalle termiti. Scortecciato, ripulito e accuratamente rifinito, lo strumento viene poi decorato e colorato con pitture tradizionali che richiamano la mitologia aborigena.
Gli aborigeni lo utilizzano non solo come strumento a fiato, nel quale soffiano e al tempo stesso pronunciano parole, suoni, rumori, ma anche come strumento di percussione, se colpito con i clap stick (bastoncini in legno usati come percussioni) o con un boomerang. Viene suonato con la tecnica della respirazione circolare.
DJIMBE' è un tamburo a calice originario dell'Africa Occidentale, in particolare della Guinea Conakry, Mali, Burkina Faso, Senegal e Costa d'Avorio e oggi diffuso in tutto il mondo. Il djembè è composto da un calice in legno ricoperto di pelle di capra o più raramente di mucca e da un sistema di tiraggio della pelle stessa, formato da corde e da cerchi metallici. Viene suonato a mani piene
Le origini dello strumento sono certamente molto antiche; una delle ipotesi più diffuse è che provenga dalla regione di Wosolo (oggi nel Mali), dove sarebbe stato inventato dall'etnia Bamana circa 3000 anni fa.
(fonte: Wikipedia)
Perdonate la mia ignoranza voi di Natibongo! Adesso ne so un po' di più.

Quanto all'appeal che questi strumenti hanno per gli occidentali, penso che possa esserci anche se si comprende di sicuro solo una parte dei riti religiosi e sociali che vengono celebrati anche con i suoni di questi strumenti presso le popolazioni aborigene o africane. E forse l'interpretazione che ne viene fatta da artisti occidentali può non tenere conto di questo particolare, limitandosi a utilizzare lo strumento per creare melodie dal sapore vagamente etnico, ma non originale.
Posso intuire un fascino simile a quello indotto dal piercing o dai tattoos, anche se devo dire che ascoltando qualcosa da You Tube ti ritrovi a seconda dei momenti in totale relax, oppure angosciato, disturbato o elettrizzato oppure profondamente immerso nei pensieri. Come tutti i tipi di musica quindi stimola le emozioni e ne amplifica o placa l'espressione a seconda della persona e del contesto. Una "canna" sonora in pratica!

Centinaia di ragazzi partecipano a NATIBONGO in questi giorni per conoscere artisti di strada e di palcoscenico. Questo evento è decisamente specializzato e credo che lungi dall'essere una sorta di rave party etnico con tanto di canne vere come qualcuno mi suggerisce, rappresenti piuttosto un flusso di energia positiva tra i giovani (e anche meno giovani) come dimostra il fatto che ormai da diversi anni, lo stesso Comune di Cividale del Friuli ne promoziona le date.

Mi viene da pensare...ma se mi trovassi faccia a faccia con un vero aborigeno australiano che suona il didjeridoo, gli offrirei un Sauvignon (friulano) o una Ribolla gialla?

Cheers!

lunedì 16 luglio 2012

Quando d'estate....un rosso

Mi piace trovare delle alternative, ma soprattutto amo quello che mi piace e allora mi son detta....perchè no? Forse un'idea bizzarra con il caldo e l'afa, ma....provare per credere e....qualsiasi ulteriore suggerimento o esperimento sarà apprezzato....quindi ditemi la vostra!!!

Ecco su QB il mio ultimo articolo dove si parla di vino, naturalmente, rosso....giust'appunto....per l'estate.....che??????? si si....leggere per credere

cheers!

venerdì 15 giugno 2012

Piccole soddisfazioni di blogger...

Tra le pagine del mensile QB, il mio sfogo di tarda primavera ha trovato casa.

"Quando sei produttore di vini, ma anche ristoratore, sei soggetto al giudizio (quasi divino - aggiungo)...Ma il consumatore vuole ancora essere infarcito di punteggi, giudizi e recensioni?"

Ne ho parlato sul numero di giugno 2012 di QB:


venerdì 11 maggio 2012

guide e vino gratuito...

Note per me!
Perdonate se oggi trasformo questo blog, che ha avrebbe ben altri obiettivi, in uno sfogo personale. Non ci scrivo da molti mesi....un po' per pigrizia, un po' perchè ne ho altri da tenere più aggiornati.
Ma in questa settimana mi capita purtroppo e mio malgrado troppa carne in pentola per non cuocere a dovere i miei pensieri in proposito!

La prima questione è questa storia delle Guide Enologiche che tutti continuiamo a dire non servano più a nulla e poi costantemente continuano a proporre e riproporre. Quante ce n'è ormai? Dieci, venti solo in Italia.....Gli Editori sono commercianti, se le fanno vuol dire che qualcuno le chiede.
Quindi mi chiedo ma di che stiamo parlando allora noi vignaioli? A modo mio continuo a dire che dovrebbero cambiare direzione da anni ormai, ma per quanta voce abbia alla fine non succede mai nulla. Ad ogni nuova richiesta di campioni fai uno sforzo pensando "quest'anno sarà diverso?" E mandi i campioni nell'illusione di ritrovarti descritto per ciò che sei. Mai illusione è più fatale. Sono anni che trovo in molte guide le stesse identiche descrizioni, ovvero il degustatore dall'altra parte non ha avuto nemmeno la decenza di venire a chiedermi se ho fatto qualcosa di nuovo o meglio se ho una storia da raccontare. Si, qualche guida ti propina il file con le varie domandine a cui rispondere, salvo poi scoprire che chi assaggia e scrive di te, nemmeno se le è lette....e tu ti scervelli pure a pensare "che cavolo scrivo quest'anno?" perchè è chiaro che se ti chiedono "novità:"...si aspettano tu ne abbia, pretendono quasi tu ne abbia per scrivere qualcosa....altrimenti non sanno che cavolo scrivere!!!!!
Dio che tristezza. Noi produttori, con tutta la fatica che facciamo per campare e costruire qualcosa di buono spesso ci vediamo sviliti da paroloni inutili, recensioni sbagliate, aggettivi improbabili. Ma che cos'ha mai fatto di male la "razza vignaiola" per meritarsi questo?
Prima o poi la farò io la "guida dei degustatori"....forse a sentirsi giudicati da una perfetta estranea qualche domanda se la porranno.

Secondo argomento. Ancora peggio del primo. Chi l'ha scritto che il vino si regala dappertutto?

lunedì 27 febbraio 2012

Gitarella culturale insolitamente diversa....

E' costume la domenica svegliarsi tirando tardi, restare sonnacchiosi a letto tra un dolcetto, un twit e un'occhiatina alle news in TV per godersi il riposo e ricaricare le pile.
Per una strana coincidenza del destino oggi invece mi capita di essere svegliata alle 8.10 del mattino dal suono, per fortuna non traumatico, del mio campanello. E dire che ieri sera mi son detta "caspita non ho chiuso il cancello stasera, vuoi vedere che domani mattina presto capita il turista da lontano alla ricerca di Schioppettino e Friulano?". Beh, non è andata proprio così, ma quasi. Gli amici di mia figlia han pensato bene di fare un pigiamino party e restare alzati fin tardi. Sicchè il papà di uno di questi, piuttosto timoroso di disturbare, non avendo segnali di vita dal figlio drammaticamente stramazzato sul giaciglio di fortuna, ha dovuto suonare il campanello. I cellulari dei figli, quegli arnesi che sembrano appendici umane del loro corpo, quando servono non ci sono mai, o meglio i figli li usano solo per interminabili sms di dubbia utilità, mai che li considerino strumenti di comunicazione integrata con la famiglia d'origine!!!
Comunque fatto sta che la sveglia mattutina è stata tutto sommato piacevole....nel bosco davanti casa ho sentito i primi cinguettii e, beh, considerati i giorni della merla appena passati è un gradito segnale di rinascita primaverile...almeno spero.

Doccia e jeans e mi dirigo con tutta la truppa figlia-amici verso Cividale. Noo, mica per passeggiare in centro con la mamma, scherzi, mia figlia è in piena cupa fase mistica adolescenziale "stai alla larga dai miei amici, vado da sola, se mi vedi cambia strada..." e roba del genere.

Nessun problema, tanto avevo altri piani. Quelli di una mamma-mamma che si, lascia la figlia grande con amici e copain, ma si porta l'altra nientepopodimenoche al Museo Archeologico Nazionale. E chi fa da Cicerone secondo voi? Ma lei ovviamente, Chiara, reduce qualche mese fa da una gita scolastica.
L'idea ci è venuta ieri e siccome di tempo per stare assieme ce n'è sempre poco tra le otto ore a scuola, lo sport e i compiti, tutte due ci siam dette "perchè no?"
Ci siamo quindi immerse nella storia antica racchiusa dentro il Palazzo dei Provveditori Veneti, sede del Museo dal 1990. Qui sono ospitati centinaia di reperti ritrovati nelle necropoli che circondavano la città. Il divertente è stato vedere come una bambina di 10 anni, fosse rapita da cocci, bronzi, lapidi, capitelli che a colpi di I-phone fotografava e documentava per relazionare a papà.
Sarà che ritrovarsi sola con la mamma a far cose da grandi l'ha entusiasmata o sarà che la gita scolastica le aveva lasciato qualche buona impressione, ma non ci ha pensato su due volte a portarmi dritta verso il sarcofago di Apinia Celerina e poi a osservare la lapide della Contessa Adelaide di Gorizia. Per me poco più che enormi pezzi di pietra che pian piano si sono "umanizzati" fino a farmi ipotizzare la loro vita quotidiana, signore sicuramente nobili che forse avevano delle figlie, amavano cucinare o leggere poesie, studiavano canto o suonavano uno strumento aspettando un marito impegnato in qualche guerra lontana.
Ogni museo ha il fascino dell'antichità, entri e senti quasi i profumi del passato, i cavalieri camminarti accanto, le dame che all'angolo conversano di stoffe e pietre preziose. Quanti monili abbiamo visto: collane, pettini, fibule e spille tutte ad accompagnare la vita eterna di tante fanciulle e dame del passato. E non meno affascinante il cavallo deposto e il suo cavaliere. Vedere dal vero questo piccolo esempio di amicizia mi ha fatto ripensare alle lezioni di equitazione di mia figlia e a come anche lei si sia affezionata ai suoi nuovi amici animali. Lei stessa mi ha scherzosamente detto "mamma, chissà se questo cavallo si chiamava Carpino?" Chissà, immagino che anche il bel cavaliere avesse un grande amore per il suo animale se nel momento del trapasso è stato deposto assieme a lui!
Per finire una sala monumentale, inquietante a dire il vero, ma forse la più intrisa di storia cividalese. Il grande sarcofago del duca Gisulfo (o chi per lui...), ritrovato proprio in Piazza P. Diacono e che ora dimora assieme ai suoi paramenti nella piccola sala a ridosso del Duomo. E' stata ritrovata perfino una bottiglia azzurrina di circa venti cm: conteneva, appena scoperta, ancora l'acqua di dodici secoli prima!! Ma ve lo immaginate???

Il Baule del Diavolo visto da Palazzo dei Provveditori Veneti
Gitarella della domenica insolitamente diversa...almeno per me!

Affascinante lo scorcio dalle finestre del Palazzo: ci capita infatti di unire visita al museo e passeggiata tra le bancarelle del mercatino dell'antiquariato che si svolge ogni quarta domenica del mese tra le vie cittadine. Dal nome molto suggestivo IL BAULE DEL DIAVOLO.

lunedì 13 febbraio 2012

Wine cocktail per il tuo Valentino!

Siamo tutte un po' romantiche e come ogni anno immancabili aspettiamo trepidanti il nostro Valentino su un cavallo bianco alle prese con la sua speciale armatura a brandire scudo e spada, vittorioso davanti al nemico.
I maschietti se ci avete fatto caso fanno a pugni con lo shopping, loro più acerrimo nemico, proprio nei giorni prima del fatidico 14 febbraio. Per noi superano qualsiasi battaglia e, anche se un po' spossati, sorridenti raggiungono la serenità quando al mattino, orgogliosamente ti fanno trovare un pacchetto sul cuscino o a pranzo in cucina tra l'arrosto e le patate. Di solito spariscono per qualche ora e non sai dove se ne vanno o, se li cerchi al cellulare, ti rispondono frettolosamente. Classico.
Ma li perdoniamo perchè in fondo sappiamo che lo fanno per noi.
Poi quando al mattino ti svegli, ancora un po' imbronciata per la sveglia mattutina che ti perseguita eccoli finalmente stravolgere tutti i canoni del menage quotidiano, colazione a letto, qualche bacio, la coccola inaspettata e...il tanto sognato regalo. Che non importa sia piccolo o grande purchè ci sia. Quel gesto che almeno per un giorno ti fa sentire principessa.
Non che ci sia da abituarsi, una volta all'anno è già un miracolo, ma Valentino lo fa. Non se ne dimentica e tu gongolante te ne stai beata a rimirare trasognante il tuo bel regalo.
In cambio?

mercoledì 8 febbraio 2012

Fitness alla Casa Bianca

E' di poco tempo fa la notizia che stanno letteralmente tornando di moda i giochi del passato, quelli dei nostri nonni ovvero la corda, la palla, le bocce, le biglie e l'hula hop.
Merito anche della first lady Michelle Obama che pensa bene, ancor 3 anni fa, di divertirsi assieme a bambini e ragazzi nei giardini della Casa Bianca proprio con l'hula hop scatenando una dose di felicità grazie anche alla sua simpatia.
Sempre in perfetta forma, la Obama infatti segue un regime alimentare controllato, ma soprattutto ama fare movimento come risulta anche dal recente video che la vede coinvolta in un divertente contest sportivo (si fa per dire) con Jimmy Fallon noto conduttore televisivo comico (eccolo).


Si parte da un po' di flessioni per riscaldarsi, per passare poi al gioco della corda (qui però lei ha fatto un po' la furbetta!!), divertirsi anche in questa occasione con l'hula hop e superare ogni inibizione con la palla avvelenata finendo con una corsa coi sacchi senza precedenti.
La first lady non lesina con il revival e mostra tutto il suo repertorio.
In un'epoca in cui tutto viaggia alla velocità di Superman e Wonderwoman, la moda di un tempo che ritorna semplicemente attraverso il gioco è un messaggio. Quello del recupero del passato per migliorare il nostro presente, usando anche strumenti forse superati, ma in grado di farci vivere in modo sano migliorandoci anche l'umore.
E per chi volesse saperne di più ecco spiegata tutta la vera storia dell'hula hop

Ma non è finita, perchè c'è chi ha pensato bene di unire passato e futuro e realizzare qualcosa di davvero insolito.
Ma cosa?
Hula hop e web cam, un abbinamento osè, un'impresa alquanto bizzarra di Helen Backley, ragazza inglese che attaccando una web cam al suo hula hop ha girato (letteralmente) un video poi postato su You Tube che da dicembre ad oggi ha quasi raggiunto le 500,000 visualizzazioni.



Ebbene...visto che a casa mia non mancano, studierò l'intreccio dei tralci di vite per il mio primo hula hop autoctono Schioppettino! Un'idea enoturistica......ma di questo parlerò in un'altra occasione!!!!



domenica 22 gennaio 2012

Il piacere detox di starsene a casa

Total relax
La mia "gita della domenica", l'argomento che ho in serbo tra i miei buoni propositi per le domeniche del 2012 inizia in modo insolito, o meglio gratificando innanzitutto lo spirito di alcuni di noi (me compresa), quelli che amano anche poltrire e non far niente, dimenticare la routine, dormire fino a tardi e per una volta alla settimana alzarsi dicendo a se stessi "finalmente un giorno in cui non mi sveglio pensando".
Anch'io appartengo a questa categoria controcorrente.
Tutti a dire di mantenere il fisico in forma, svegliarsi presto, ossigenare i polmoni con una bella corsa salutistica nei sentieri di campagna o, appunto, partire per la gita fuori porta. Si, beh, tutto bellissimo, certo, molto appagante e ristoratore, ma vuoi mettere - mi dico - spegnere, anche solo per un giorno, l'interruttore generale a modo mio"?
Oggi ci sono riuscita e, dimenticando volutamente tutto e tutti, me ne sono stata a crogiolarmi nel letto, dormendo, fino a mezzogiorno.
Al risveglio qualcuno mi ha detto...."mah, ti sei SOLO persa mezza giornata della tua vita"....si, forse sarà anche vero, ma da tempo non mi capitava di svegliarmi con il sorriso sulle labbra.
Certo, perchè alcune di noi spesso, prese dalla quotidianità nemmeno sentono il bisogno di sorridere al mattino, non se ne ricordano, anzi, come capita a me, sono piuttosto incavolate con se stesse e con il mondo intero perchè la giornata inizia troppo in fretta.
Non c'è un perchè, forse ci sono molti perchè, ma comprenderli tutti a cosa servirebbe? Forse una sana e bella dormita risolve e quindi me la faccio!
La mia gita della domenica è stata forse noiosa e triste per molti, ma non per me. E' una vera gita ristoratrice, come poche.
Continua a leggere su http://community.donnamoderna.com/blog/post/2733491

Cheers

lunedì 9 gennaio 2012

Una settimana a tutto tondo....

Eccomi di nuovo qui.
Inizio l'anno nuovo con l'idea fresca fresca di riprendere possesso a tempo pieno del mio blog per divertire e incuriosire, forse anche per sfogarmi o semplicemente perchè spuntano in me (ancora molto lontane in realtà) alcune passioni dimenticate.
Sono i miei buoni propositi del 2012, quelli che vorrei/dovrei fare per me, per migliorare il gusto della vita, le relazioni, la salute, i rapporti.....

Per i prossimi mesi il mio blog si animerà per almeno un giorno alla settimana in modo cadenzato seguendo un percorso che vorrei fosse un façon de vivre, uno stile di vita e dove potranno talvolta prendere parte anche gli amici e le amiche che avranno piacere di proporre qualcosa di loro sul tema:

- La ricetta del lunedì...per le cuoche che non vogliono pensare
- Il bon ton del martedì...perchè anche durante la settimana non si scordino le buone maniere
- Fitness session del mercoledì...almeno una volta dovremmo concedercelo
- Housekeeping del giovedì...perchè le faccende di casa non diventino una noia
- Il ristorante del venerdì....per lasciarsi coccolare in vista del weekend
- Lo shopping del sabato pomeriggio...un classico lungo i portici del centro o negli affollatissimi outlet o fosse anche per riempire la credenza della cucina..
- La gita della domenica....per ricaricarsi le pile in vista di una nuova settimana al lavoro

- e per finire "i quando capita capita" fuori onda: le pillole di degustazione per continuare a coltivare il mio interesse per il vino, i consigli saggi di una madre alla figlia, le serate in pieno stile "sex and the city" e....beh, non c'è limite alla fantasia!


À bientôt!

......uh, e perchè non rinverdire anche mon français? Mais...ça c'est plus compliqué!



giovedì 13 ottobre 2011

Digressioni di campanile...

rosso Schioppettino!
Prepotto. Meno di 1000 abitanti (il censimento non porterà novità sui numeri!). Praticamente in Slovenia se non fosse per un fiume, lo Judrio che separa la vecchia Yugo dall'Italia.
Ma si parla sloveno???? Raramente, sporadici casi di abitanti che hanno o avevano qualche nonna o mamma slovena di origine o adozione. Lo sloveno è insegnato a scuola, magari troppo poco per essere imparato, ma è pur sempre meglio che niente.
Non so quanti comuni in Italia siano come Prepotto, molti sicuramente, ma è bello far parte di qualcosa che sa di antico e ancora autentico....c'è il negozietto di Walter, il baretto di Ester, la Trattoria di Mario, la Posta, la banca, la farmacia di Adriana. Si esaurisce tutto in queste realtà, ma tanto basta agli abitanti che comunque continuano a restare aggrappati alle loro colline, al fiume, alle stradine tortuose, alle case sparse distanti Km l'una dall'altra, alle vigne e alle cantine....
Si perchè Prepotto, oltre che essere un minuscolo borghetto dove accanto ad una Chiesa parrocchiale convivono dissemiate tra i boschi almeno altre 10 chiesette, rappresenta e testimonia la cultura del vino in modo davvero unico. E' terra di vino, uno in particolare, lo Schioppettino, recentemente ribattezzato di Prepotto e identificato come una "sottozona" DOC all'interno dei Colli Orientali del Friuli, che badate bene non è vocabolo dispregiativo!!!.
E' terra di vignaioli orgogliosi e testardi a volte, che un po' per tradizione un po' per distrazione, producevano Schioppettino e Cabernet, o forse più Cabernet che Schioppettino.
Ma le cose cambiano e tira aria di autoctono ormai da molti decenni. Lo so perchè mi capita di essere, oltre che vignaiola d'adozione, anche membro attivo dell'Associazione che è nata nel 2002 per tutelare il vitigno e che da allora ha portato lo Schioppettino ad essere uno dei vini rossi friulani più chiacchierati degli ultimi anni.
Ne hanno parlato le guide, ne parlano alcuni blogger internazionali, se ne incuriosiscono i ristoratori d'oltralpe, soprattutto austriaci invero, ma....le grandi imprese hanno bisogno di grandi uomini e lo Schioppettino oltre che essere un vino di Prepotto è un progetto di uomini, uno di quelli che si pensano a lungo ma che sicuramente faranno scorrere fiumi di inchiostro in futuro (e speriamo anche di Euro aggiungo!).
Ad oggi sono poche le realtà che possono fare massa critica quanto a bottiglie prodotte e il numero complessivo è molto piccolo, ma...nella botte piccola ci sta il vino buono e.....beh, mai proverbio fu più azzeccato. Piccola produzione e di nicchia per un vino che ha la stoffa e il carattere per essere un grande! E a dimostrarlo ci sono le vecchie annate, non solo le parole....
E' così che dobbiamo pensare quando ci accostiamo allo Schioppettino di Prepotto. Come a qualcosa di unico ed impareggiabile, un rosso di classe, fine ed elegante, sensuale come il corpo di una donna e allo stesso tempo verticale, diretto, schietto. No, non solo sterile campanilismo, ma vere valutazioni enologiche di produttori ed esperti, ottime recensioni su testate di respiro nazionale e internazionale, e soprattutto apprezzamento del consumatore che viene e ritorna sicuro di trovare esattamente ciò che cercava.
Si, perchè a Prepotto lo Schioppettino non è moda, è vino e non cambia se non per migliorare.
I vignaioli di Prepotto hanno unito le proprie energie per definire nuove e valide strategie, non solo per aumentare la produzione (primo passo per poter avere un briciolo di visibilità), ma soprattutto per far conoscere e apprezzare un vino che fino a qualche anno fa era sconosciuto e che ha classe da vendere!
Ignoto e mito in effetti convivono nello Schioppettino. Molti ne parlano, qualcuno se lo ricorda, pochi l'hanno assaggiato, altri non sanno nemmeno pronunciarlo. Non solo gli stranieri che poco masticano il dittongo "Sch", ma anche gli Italiani.
Oddio non che si conoscano l'Ormeasco, il Donnas o il Controguerra per esempio, ma lo Schioppettino non brilla di certo per popolarità....e allora che fare?
La comunicazione fa la differenza, questo si sono detti i produttori. Noi conosciamo le grandi potenzialità di questo vino e del suo territorio che ha anche vocazione turistica, sta a noi divulgarlo e far capire che dello sconosciuto non sempre si deve aver paura, anzi è proprio là dove le cose non si conoscono ancora, che si riscoprono piccoli, grandi tesori.

Il colore? Rosso Schioppettino, what else?

Cheers.

giovedì 6 ottobre 2011

6 ottobre 2011 - storia

Forse sembra assurdo, ma anche per una come me che vive lontano dalla frenesia tecnologica, oggi è un giorno di riflessione.
Questa mattina dopo aver accompagnato mia figlia a scuola e dopo il mio consueto caffè al bar per i piacevoli piccoli gossip di rito fra amiche, accendo il computer e mi collego a Internet. La home page è ancora quella di sempre. Apple non l'ho mai cambiata da quando circa un paio d'anni fa ho acquistato il mio primo Mac. Diverte in fondo guardarsi le ultime news da Cupertino....
Un'immagine, Steve Jobs, 1955-2011.
C'era da aspettarselo che anche alla fine questo genio visionario avrebbe usato la potenza e la semplicità della sua stessa comunicazione per dire addio al mondo!
E così trascorro un'abbondante mezz'ora a scovare notizie, lo vedo ancora giovanotto alle prese con i prototipi, leggo le sue innumerevoli frasi celebri...qui che poi solo ora diventeranno veramente celebri, come sempre accade con i grandi della storia.
Si, perchè certo i sui più accaniti seguaci sanno tutto di Apple, di Macintosh, della filosofia del "think different", ma noi profani, noi che ci siamo convertiti alla mela solo in tempi recenti come potevamo intuire tanta genialità? Noi che solo con l'avvento dell'I-pod e dell'I-pad abbiamo iniziato a gustare la multimedialità con l'acquolina in bocca.
Resta il fatto: un uomo che da molto combatteva contro il male oscuro non ce l'ha fatta, come tanti altri ahimè.
E come sempre accade in questi casi ti interroghi sul perchè il volere divino, se mai esiste, ha voluto prendere l'ennesimo uomo che nel fiore degli anni ancora tanto poteva e sicuramente voleva fare.
Forse lui con la sua filosofia del "vivi come se fosse l'ultimo giorno" e del "stay hungry, stay foolish!" aveva già scoperto l'elisir della felicità.
Io no e ancora mi interrogo su quando accadrà e sul perchè prima sia invece tutto così tragicamente ineluttabile e inaccettabile.
Anche le filosofie orientali, mi dicono i saggi, predicano l'oggi come l'unica verità. Passato e presente non esistono e tutto si fonda sull'adesso. Caspita se è vero.....!
Quando sei invischiato nelle faccende di tutti i giorni te lo dimentichi sempre. Non pensi così, piuttosto ti riesce facile il "se avessi fatto così", "se tu fossi diverso", "aspetto tempi migliori"....e un'infinita processione di scuse che ti allontanano dall'essere VERO, originalmente autentico e te stesso.
S.J. con 7 anni di cancro alle spalle la sapeva lunga sul carpe diem questo è poco ma sicuro. Cogliere l'attimo, l'essenza delle cose che sfugge a chi non ha occhi per guardare lontano, credo sia ciò che accomuna tutti coloro che nella vita si sono dovuti confrontare con se stessi o con grandi emozioni o tragedie.
Chi come me finora ha goduto di una vita in serenità, forse non si rende ancora conto che ci sei, adesso, il futuro non esiste è solo una costruzione della nostra mente e prende forma solo con le azioni che adesso decidiamo di fare.
Ok, non ci serve la morte di S.J., né di nessun altro lontano mille miglia, per capire tutto questo. Ma oggi tutti siamo un po' scioccati dalla notizia, il mondo intero si è posto le stesse domande e si è dato le dovute risposte.
Ci sono stati altri grandi della Terra, forse di grandezze più nobili della sua, motivati non dall'ambizione e dalla smania di successo, ma dalla tolleranza e dall'amore verso il prossimo. Ma chi siamo per decidere cos'è grande in senso assoluto? Grande è colui che con il suo contributo porta ad una svolta, positiva o negativa lo decidiamo noi, dopo.
E dunque grande lui e, non lo dimentico, grandi anche coloro che hanno creduto in lui e che gli hanno permesso di arrivare dov'è arrivato. Un team, un grande team che oggi piange colui che da leader ha saputo accompagnarli in cima alla piramide.

Mi sono svegliata stamattina e, ancor prima di tutto questo, ricordavo me da piccola in braccio a una grande signora d'altri tempi. Il 6 ottobre 1907 nasceva Gisella, era mia nonna. Una grande donna che ogni mattina mi preparava il tè con i biscotti e poi mi dava una mela da portare a scuola....

Due cose così lontane l'una dall'altra, ma oggi è successo questo e per due ragioni diverse mi ritrovo a pensare, solo per un po'....prima di riprendere la mia vita di tutti i giorni.

Cheers.



mercoledì 21 settembre 2011

News BaginBox.....

Tanto per non restare indietro con le notizie è di oggi la news che segue tratta dal quotidiano online Trebicchieri edito da Gambero Rosso:



Sicilia. Il vino diventa pop. (con il Bag in Box)
Il vino siciliano diventa pop. L'assessore all'agricoltura della Regione Sicilia, Elio D'Antrassi ha presentato oggi a Palermo il nuovo progetto “Vino Pop Brik e Bag” in collaborazione con l'Istituto Vite e Vino. Si tratta di una confezione di cartone per il vino con immagini artistiche e storiche siciliane rivisitate in chiave pop (vedi foto). “Una scelta mirata all'internazionalizzazione del prodotto – ha spiegato D'Antrassi – seguendo le tendenze dei mercati nordeuropei".


Ne aveva parlato il 2 agosto scorso anche Angelo Peretti nel suo Internetgourmet.it .
E ne parlano oggi anche cronachedigusto.it e winenews.it .

E dunque qualche ulteriore riflessione sorge spontanea.
Che ci sia davvero una rivoluzione in atto?
Una certa resistenza dovuta alla paura di veder rovinosamente cadere le quote di mercato tra chi il vino lo vede come una merce di qualità che non va sminuita c'è (leggi mio post precedente), ma quando tutti cavalcano la stessa onda (e prima di noi ci hanno già pensato persino i francesi e non solo il Nord Europa!)?
Forse è il caso di non andare troppo per il sottile e far "buon viso a cattivo gioco"?

In Sicilia credono di si, e ci provano, così come prima di loro hanno fatto i Veneti.
Sarannno in grado le politiche di promozione regionali friulane di fare altrettanto?

Per un BiB di classe, e tanto per non lasciare nulla al caso, proporrei una consulenza artistica  in chiave femminile......
Se è vero che alla tavola (e alla spesa in supermercato) in genere ci pensano le donne, magari invece di un anonimo brik tutto grappoli, trovare tra gli scaffali un un parallelepipedo (invece di una bottiglia)  impreziosito da lustrini e paillettes farà vendere ancora di più!!
E chissà se qualche nota griffe di moda non stia già pensando di promozionare il futuro nuovo DOC Friuli BIB con scatole maculate alla Cavalli o rosso Valentino?
Si accettano candidature!

BiB da grido: impazza in Svezia!




Cheers.

:-)

giovedì 15 settembre 2011

Lo spirito di Zia Mame

Caro, quel cialtroncello di mio nipote Patrick ha scritto un libro su di me che trovo estremamente scurrile. E soprattutto per nulla veritiero. Pensa, racconta che una volta mi sarei fatta beccare nuda in un dormitorio di Princeton. Smentisco nel modo più categorico: non era Princeton, era Yale. Dunque, sappi che farò causa a Patrick. Farò causa alla Vanguard Press. E, nel caso tu venda una sola copia del libro, farò causa anche a te. Baci baci baci, Mame



Lo spirito di Zia Mame? Eccome se ce l'ho. Apparentemente frivola, ingioiellata nelle occasioni, intimamente svogliatella, ma pronta a dedicarsi alle imprese più memorabili in nome di un'ideale, non ben identificato. Alle prese con la crescita di un ragazzino, che diventa poi uomo....(qui faccio l'en plein in realtà i miei ragazzini sono tre).
Chissà se zia Mame amava il vino, ah, si, ma certo...rigorosamente champagne. Ed ecco che anche qui scatta un altro punto in comune. Ma mentre lei sorseggia a Dom Pèrignon io mi diverto a giocare in casa, con bollicine franciacortine o, visto che son friulana, qualche ahimè poco entusiasmante ribolla spumantizzata....che, si rendiamola pur DOC FRIULI, ma non sarà mai all'altezza delle vere bollicine, quelle che ti fan inumidire le labbra appena senti il fruscio del perlage nel bicchiere e che ti danno una piccola inebriante scossetta di pura energia al primo sorso!
Chissà che cosa avrebbe detto la sofisticata zia Mame della bubble Ribolla FVG? Io una mia opinione ce l'ho.
Ad ogni modo sono combattuta: convengo con i Consorzi che giova in un momento di vacche magre tenersi stretti quei quintali/ettolitri che altrimenti prendono la via del bulk wine o delle cantine sociali.
Giova però ricordare anche che il produttore friulano si è sempre vantato della sua identità viticola, del valore del territorio e del rispetto della tradizione e dunque che ce ne facciamo dei bag in box o delle ribolline (ine, ine) spumantizzate che di tradizione hanno ben poco se non in rari casi noti?
Suvvia, si porta a casa qualche milione (migliaio replico io!) di Euro in più, direbbe Mame, si fa buon viso a cattiva sorte, continuerebbe a stuzzicarci la nostra eroina...perchè no?
E mentre titoloni sui giornali parlano della Doc Friuli come di una rinascita e degli ettari di Prosecco come di una conquista, mio Dio, mi domando, ma dove andranno a finire le produzioni di nicchia? Ce ne curiamo un po' o li lasciamo all'oblio?
Riuscirà una Doc regionale a trascinare con se gli entusiasmi anche per i vini meno commerciali, ma sicuramente più emozionali? O i nuovi produttori di vino friulani, quelli che si ingegneranno a vinificare in nome del bag in box, soppianteranno le nicchie?
Già lo so: Aunt Mame avrebbe sicuramente organizzato l'invito a cena e, cercando di carpire informazioni "segrete" agli uni e agli altri, sicuramente gli onori di casa li avrebbe fatti con una imparziale, brillante coppa di...champagne!

Cheers!

venerdì 26 agosto 2011

Proof your knowledge.....wine games estivi!!!

http://www.bbr.com/wine-knowledge/game

Ecco qui un simpaticissimo gioco sul vino per divertirti mentre il caldo torrido ti tiene bloccato in casa durante questi ultimi pomeriggi di vacanza!

Pecca un tantino di "francesitudine", ma qualcosa la conosciamo in fondo e dunque....divertiamoci!


E se vuoi giocare col vino e sedurre...
Organizza anche tu il tuo WINE DATE....5 vini, 5 sensi da stimolare, 5 argomenti su cui parlare, incontrarsi, e perchè no, anche imparare divertendoti...un uomo, una donna e una location d'effetto per risvegliare o riscoprire il piacere di stare assieme....

Da provare con Ribolla Gialla, Pinot Bianco, Sauvignon, Merlot e Schioppettino di Prepotto!!!
Io i miei li ho in cantina e tu???

Cheers!

lunedì 15 agosto 2011

Giochi di stile

Parlando di "made in Italy" non si può non ricordare il vino, la moda e...le donne.
Divertente è il gioco di riunire in un unico cappello tutti questi tre elementi per trarre degli assunti di stile.
E secondo una ricerca, condotta nel 2009 dall'università Bocconi in occasione del ventennale dell'Associazione delle Donne del Vino, questo è possibile quando si parla proprio delle tante imprenditrici del vino che quotidianamente si dividono tra piaceri e doveri, tra lavoro e famiglia, tra hobby e viaggi.
Cercando di rappresentare ironicamente e con qualche concessione di frivolezza i diversi stili di marketing seguiti dalle imprenditrici donne nel mondo del vino emergono sei figure, sei immagini di donna e di modi di esprimersi nella vita e nel lavoro.

La Donna-Valentino ama gli ambienti tranquilli, non chiassosi, non frequenta o non vorrebbe frequentare le fiere (né i supermercati), si concentra su un'accoglienza in cantina curata e professionale e ama parlare di territorio e vitigni autoctoni, così come in negozio predilige il prodotto di classe al prezzo.
Su 100 donne ci sono 17 donne del vino che rispecchiano questo stereotipo....

La Donna-Dolce&Gabbana seppur consolidando il disinteresse per le fiere, vuole entrare alla grande nel mercato. In modo a volte eccessivo o aggressivo si concentra a 360 gradi su prezzo, concorrenza, eventi, lancio nuovi prodotti, comunicazione. E chi la ferma una così? Fortuna per i maschietti (qui non ci sarebbe concorrenza) che su 100 solo 5 donne sono D&G style!!!


La Donna-Bulgari è completamente disinteressata a prezzo e grande distribuzione. Lavora nella nicchia con negozi selezionati o in cantina con prodotti di territorio. Ritiene importante l'immagine che persegue curando il cliente con sempre maggiore attenzione.
Donne-Bulgari sono il 16% delle intervistate.


Grande peso ha la Donna-Armani, cosmopolita e metropolitana nello stile, non sottovaluta nulla, è aperta a tutte le novità tra cui anche la comunicazione multimediale e integrata, la distribuzione multicanale e l'ascolto del cliente.
Ben 32 vignaiole su 100 rispondono a questo profilo, paura scampata!

La Donna-Diesel pur sentendosi in armonia anche nello stile inglese, preferisce vestire e pensare casual. Vive nella tranquillità della campagna dove segue con cura pochi elementi ritenuti importanti sui quali si concentra quali accoglienza, prodotto, territorio.
Appena il 10% risponde al tipo.


La Donna-Zara è lo scetticismo allo stato puro. Convinta che le mode e gli schemi sono passeggeri guarda da lontano i vini autoctoni, la comunicazione, gli eventi, con la consapevolezza che il consumatore sceglie l'affidabilità piuttosto che la moda.
Dulcis in fundo, è il 21% delle signore a sentirsi un po' Zara dentro.

Ma come diceva OSCAR WILDE "non bisogna mai cercare di capire una donna. Le donne sono delle immagini: gli uomini sono dei problemi. Se vuoi sapere che cosa una donna veramente intenda (il che comunque è sempre pericoloso) guardala, non ascoltarla." 

Ed è certo che vale per Le Donne del Vino, ma anche per le semplici appassionate: tutte parliamo con gli occhi e trasmettiamo emozioni senza bisogno di tecnicismi o grandi ragionamenti. Forse la differenza è proprio questa ed è così che anche il vino diventa esperienza, emozione, interpretazione, accoglienza.
Tu che Donna del Vino sei?

Cheers!

domenica 14 agosto 2011

Organizzando il tuo wine party...

Non serve dirlo che quando si deve organizzare un evento, grande o piccolo che sia ci si imbatte nei numeri: a che ora, quante persone, quanti piatti, quante sedie e tavoli, quanto....vino?
Ovviamente il vino è una componente chiave di qualsiasi evento che si rispetti. Dal compleanno, al rinfresco post laurea, dal matrimonio all'incontro di lavoro, dalla cena di gala alla pastasciutta con gli amici, sempre immancabile è (o dovrebbe essere) un buon calice di vino. Che sia bianco, rosso, rosé o bollicina poco importa, purché ci sia.
shopping list
Ma quanto? Tendiamo sempre e doverosamente a farci questa domanda e quindi...beh, facciamo due calcoli. Un calice vale circa 70 ml....diciamo 3 calici a persona in tutto per restare nella media, non proprio entro i limiti? Bene allora sono 210 ml a testa. Persone al party? Facciamo 15? Ok, dunque arriviamo a 3,15 l di vino che tradotto in bottiglie significa almeno 5 bottiglie. Cercando di fare bella figura quindi dovremmo mettere in conto l'acquisto di non meno di 6 bottiglie (1 per eventuale problema di tappo)... 
Ma....non vorremo mica dar da bere 3 calici dello stesso vino? Si parte dalle bollicine per poi passare al bianco fermo, un rosso (immancabile anche nelle sere d'estate) e un passito fresco in chiusura. Sempre supponendo che i nostri ospiti di fermino a 3 calici....
Puff, la questione si complica. Per 15 persone a cena dobbiamo rifornire la nostra cantina di almeno 24 bottiglie. Non male come spesuccia per iniziare. E se poi ci si mettono di mezzo le ostriche o il tartufo...beh il nostro party ce lo siamo sudato davvero!
La formula matematica? Eccola:
{[70x(calici procapite)x(numero ospiti)]:1000+1}x(tipologie vino)
Cheers!