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giovedì 15 settembre 2011

Lo spirito di Zia Mame

Caro, quel cialtroncello di mio nipote Patrick ha scritto un libro su di me che trovo estremamente scurrile. E soprattutto per nulla veritiero. Pensa, racconta che una volta mi sarei fatta beccare nuda in un dormitorio di Princeton. Smentisco nel modo più categorico: non era Princeton, era Yale. Dunque, sappi che farò causa a Patrick. Farò causa alla Vanguard Press. E, nel caso tu venda una sola copia del libro, farò causa anche a te. Baci baci baci, Mame



Lo spirito di Zia Mame? Eccome se ce l'ho. Apparentemente frivola, ingioiellata nelle occasioni, intimamente svogliatella, ma pronta a dedicarsi alle imprese più memorabili in nome di un'ideale, non ben identificato. Alle prese con la crescita di un ragazzino, che diventa poi uomo....(qui faccio l'en plein in realtà i miei ragazzini sono tre).
Chissà se zia Mame amava il vino, ah, si, ma certo...rigorosamente champagne. Ed ecco che anche qui scatta un altro punto in comune. Ma mentre lei sorseggia a Dom Pèrignon io mi diverto a giocare in casa, con bollicine franciacortine o, visto che son friulana, qualche ahimè poco entusiasmante ribolla spumantizzata....che, si rendiamola pur DOC FRIULI, ma non sarà mai all'altezza delle vere bollicine, quelle che ti fan inumidire le labbra appena senti il fruscio del perlage nel bicchiere e che ti danno una piccola inebriante scossetta di pura energia al primo sorso!
Chissà che cosa avrebbe detto la sofisticata zia Mame della bubble Ribolla FVG? Io una mia opinione ce l'ho.
Ad ogni modo sono combattuta: convengo con i Consorzi che giova in un momento di vacche magre tenersi stretti quei quintali/ettolitri che altrimenti prendono la via del bulk wine o delle cantine sociali.
Giova però ricordare anche che il produttore friulano si è sempre vantato della sua identità viticola, del valore del territorio e del rispetto della tradizione e dunque che ce ne facciamo dei bag in box o delle ribolline (ine, ine) spumantizzate che di tradizione hanno ben poco se non in rari casi noti?
Suvvia, si porta a casa qualche milione (migliaio replico io!) di Euro in più, direbbe Mame, si fa buon viso a cattiva sorte, continuerebbe a stuzzicarci la nostra eroina...perchè no?
E mentre titoloni sui giornali parlano della Doc Friuli come di una rinascita e degli ettari di Prosecco come di una conquista, mio Dio, mi domando, ma dove andranno a finire le produzioni di nicchia? Ce ne curiamo un po' o li lasciamo all'oblio?
Riuscirà una Doc regionale a trascinare con se gli entusiasmi anche per i vini meno commerciali, ma sicuramente più emozionali? O i nuovi produttori di vino friulani, quelli che si ingegneranno a vinificare in nome del bag in box, soppianteranno le nicchie?
Già lo so: Aunt Mame avrebbe sicuramente organizzato l'invito a cena e, cercando di carpire informazioni "segrete" agli uni e agli altri, sicuramente gli onori di casa li avrebbe fatti con una imparziale, brillante coppa di...champagne!

Cheers!

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